Protesi Totale Anca
L’Artrosi dell’anca
L’anca è l’articolazione formata dalla testa del femore e dalla cavità acetabolare, il cui movimento è rappresentabile come quello di una sfera (testa del femore) all’interno di una cavità a coppa (acetabolo). Per il corretto funzionamento dell’anca è necessario che la testa femorale e la cavità acetabolare abbiano una forma sferica ottimale, e che la cartilagine articolare che riveste le due superfici a contatto sia liscia tanto da permettere uno scorrimento privo di attrito.
L’artrosi è l’usura dell’articolazione: la cartilagine articolare si consuma e l’attrito della testa femorale sulla coppa acetabolare provoca dolore e limitazione del movimento. Essendo una patologia degenerativa è facile capire come la sua comparsa sia di norma da riferire all’uso continuo dell’articolazione (persone sovrappeso, lavori attivi e pesanti, sport ad alto impatto).
La Diagnosi
La diagnosi è posta in relazione al quadro clinico e radiografico. Il paziente lamenta di solito un dolore in regione inguinale ma talvolta il dolore può essere presente anche in regione glutea o può irradiarsi verso il ginocchio nella regione interna della coscia. Nel corso del tempo inizia a ridursi l’arco di movimento dell’articolazione con difficoltà nella flessione e nelle rotazioni: tipicamente il paziente può incontrare difficoltà nel mettersi le calze o nel salire o scendere dall’auto.
Per la diagnosi radiologica è sufficiente una radiografia del bacino e dell’anca interessata in 2 proiezioni in cui saranno, a seconda dello stato di avanzamento della patologia, più o meno presenti i segni tipici dell’artrosi (riduzione dell’interlinea articolare, comparsa di geodi ed osteofiti).
Non sempre c’è una corrispondenza assoluta tra il dato clinico e il dato radiografico: l’indicazione al trattamento chirurgico viene quindi posta in considerazione dello dato funzionale e delle richieste che ciascun paziente presenta in merito alle attività quotidiane lavorative, sportive o di vita sociale.
La Diagnosi
La diagnosi è posta in relazione al quadro clinico e radiografico. Il paziente lamenta di solito un dolore in regione inguinale ma talvolta il dolore può essere presente anche in regione glutea o può irradiarsi verso il ginocchio nella regione interna della coscia. Nel corso del tempo inizia a ridursi l’arco di movimento dell’articolazione con difficoltà nella flessione e nelle rotazioni: tipicamente il paziente può incontrare difficoltà nel mettersi le calze o nel salire o scendere dall’auto.
Per la diagnosi radiologica è sufficiente una radiografia del bacino e dell’anca interessata in 2 proiezioni in cui saranno, a seconda dello stato di avanzamento della patologia, più o meno presenti i segni tipici dell’artrosi (riduzione dell’interlinea articolare, comparsa di geodi ed osteofiti).
Non sempre c’è una corrispondenza assoluta tra il dato clinico e il dato radiografico: l’indicazione al trattamento chirurgico viene quindi posta in considerazione dello dato funzionale e delle richieste che ciascun paziente presenta in merito alle attività quotidiane lavorative, sportive o di vita sociale.
Il Trattamento
Nelle fasi iniziali il trattamento è sicuramente conservativo con terapie antiinfiammatorie e cambiamento di alcune abitudini: ad esempio sono da evitare attività ad alto impatto (lunghe camminate e sport da contatto) e da preferire quelle in scarico come cyclette e nuoto; è inoltre utile una dieta che permetta di ridurre il peso corporeo ed è indicato utilizzare scarpe con la suola di gomma (in virtù dell’effetto ammortizzante).
Nel caso in cui la patologia determini una limitazione funzionale si rende necessario l’impianto di protesi all'anca. Ciò prevede la sostituzione della testa femorale e della coppa acetabolare usurate. Le protesi anca, in assenza di significative complicanze, hanno una durata che, grazie ai progressi della bioingegneria ed allo sviluppo di tecniche sempre meno invasive, si è allungata di molto nell’ultimo periodo superando anche i 25 anni, garantendo un buon risultato funzionale.
